A tre anni esatti dal sisma che ha colpito il nostro territorio, l’autore e attore Giorgio Felicetti porta in scena, il 30 ottobre 2019 a Macerata presso il Teatro Lauro Rossi, fuori abbonamento, uno spettacolo emozionante, una cronaca cruda che diventa l’urlo di un intero Paese, ma anche il
racconto di un popolo che nonostante tutto, non smette di sperare e di amare il luogo in cui è nato.
Prima dello spettacolo, alle ore 18,30 presso il foayer del teatro, l’autore e interprete Giorgio Felicetti sarà ospite di un incontro condotto da Lucia Tancredi per parlare dello spettacolo e del lavoro svolto per la realizzazione:
Ho incontrato i protagonisti di questa tragedia, le donne e gli uomini che hanno vissuto il più forte terremoto che si ricordi.
Ho raccolto testimonianze e racconti in diretta dai luoghi, dove i terremotati vivono ancora da “sfollati”: hotel, camping, container, soluzioni abitative di emergenza. (Giorgio Felicetti)
L’incontro di presentazione è ad ingresso libero, mentre per i biglietti dello spettacolo, prodotto da EstEuropaOvest, bisogna rivolgersi alla biglietteria dei teatri.
NOTE DELL’AUTORE
This land is my land!
Questa terra è di antiche culture e d’immensi patrimoni artistici.
Nel 2016 l’Italia centrale è stata sconvolta da un sisma fortissimo, che ha provocato distruzione. E morti.
Il mondo ha imparato nomi di luoghi sconosciuti e arcaici, bellissimi: Amatrice, Accumoli, Arquata, Norcia, Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Pieve Torina, Muccia, Camerino, San Ginesio, Sarnano, Valfornace, Camporotondo, Bolognola, Fiastra, Monte Cavallo, San Severino, Tolentino… Più di cento Comuni colpiti, in quattro regioni: Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo. Ancora oggi, quei luoghi sono cumuli di macerie. E ci sono gli abitanti. 400.000 Persone coinvolte. 300 i sepolti.
Ora che i riflettori sono spenti, ora che il tempo ha fatto il suo lavoro di memoria, c’è l’urgenza di dover raccontare: cosa è stato? perchè è cambiato tutto?
La narrazione è la storia di vite cambiate, per sempre. Come il paesaggio: umano, lavorativo, artistico. Non c’è alcun intento didascalico nello spettacolo. Il piano razionale e quello emotivo dialogano per tutto il racconto: sono le Parche a tessere questo tremolante e lunghissimo filo rosso che si dipana da sud a nord tra le italiane catastrofi?
O siamo noi, sopra questo Paese a non saper ancora trovare un modo per vivere in pace con una natura in movimento?
Perchè da sempre in questa Italia, quando la terra si muove, sono gli uomini e le donne a tremare: dal Belìce al Friuli, dall’Irpinia all’Aquila, dall’Emilia ad Amatrice, dalle Marche fino alla prossima terra in moto.
C’è tutto il fardello di dolore e di paura da buttarsi alle spalle, e guardare oltre.
Questa storia racconta un dopo possibile.